il "cappello piumato" a tesa larga o "VAIRA"

E' l'elemento che maggiormente caratterizzò il Bersagliere e lo rese celebre; col tempo è diventato l'emblema per eccellenza del Corpo, secondo solo al Tricolore, simbolo di massimo esempio di una tradizione senza macchia.

Il valore di tale affermazione fu dimostrato dal Ten. Col. Negrotti, Comandante del 23º Battaglione Bersaglieri, caduto sul Mrzli (campo trincerato di Gorizia) nel 1915, prima Guerra Mondiale.

Colpito a morte pose il suo cappello sulla punta della sciabola, lo alzò ben in alto e lo lanciò al di là del reticolato nemico gridando: «Bersaglieri, quella è la vostra Bandiera! Andate a prenderla !».

 

Fu concepito da La Marmora per riparare la nuca dal sole ed impedire alla pioggia di penetrare nel collo.

 

Il modello primitivo infatti aveva una guarnizione di metallo semplice e leggera e l’ala posteriore abbassata, sormontato da un piumetto composto da penne di gallo cedrone (o urogallo) per la truppa e piume di struzzo color verde per gli Ufficiali, ma qualche tempo dopo la fondazione, anche questi ultimi adottarono quello della truppa.

 

Questo all'inizio veniva usato come protezione dal sole per l'occhio destro, quello che aveva il compito di mirare, e anche per la mimetizzazione, infatti quasi tutti i cacciatori dei vari eserciti di quell'epoca ricoprivano il berretto di penne e pennacchi per mimetizzarsi meglio.

Sul cappello spiccava inizialmente il numero della compagnia fino a quando raggiunsero la 108a, successivamente riportò il numero di battaglione e infine quello del reggimento.

 

I Bersaglieri portavano e portano tutt'ora il cappello inclinato sul capo verso il lato destro, in maniera tale da coprire il sopracciglio e da appoggiarsi sul lobo dell'orecchio.

Un aneddoto racconta che fu proprio La Marmora a volere che il cappello si indossasse inclinato.

Infatti l'ufficiale volle assistere alla vestizione del primo Bersagliere, il Sergente Vayra, che di lì a poco avrebbe sottoposto all'attenzione del Re per ottenere l'approvazione della divisa.

Per saggiare la sua sveltezza, La Marmora prese a lanciargli da lontano i capi di vestiario.

Ad un certo punto gli tirò anche il cappello, ma Vayra era sbilanciato e fu costretto a pararlo con la testa.

Risultato: il cappello si posizionò sulle "ventitrè" andando a coprire l'orecchio destro del Sergente e conferendo al Bersagliere un'aria sbarazzina che non dispiacque al Generale che lo adottò definitivamente per la divisa che presentò al Re.

 

il fetz

In origine i Bersaglieri indossavano come copricapo un berrettino di maglia di cotone di colore turchino con un fiocco rosso, che proteggeva dal freddo le orecchie e che poteva essere portato sotto il cappello.

Il Fez fu adottato nel 1855 durante la campagna in Crimea dove gli Zuavi, reparti speciali del Corpo di spedizione francese, entusiasmati dal valore dei "Fanti Piumati" (Battaglia della Cernaia), offrirono il loro copricapo, il fez appunto, in segno di ammirazione.

Il cordoncino che collega il Fez al fiocco azzurro deve essere di lunghezza ridotta (max 30 cm.) tale da permettere a quest'ultimo di dondolare rapidamente da una spalla all'altra.

Dopo il cappello piumato il Fez diventò, ed è tutt'ora, un ulteriore emblema del Bersagliere e come tale va considerato e trattato: non dev'essere riposto in tasca, né arrotolato in mano, né piegato sotto la spallina.